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Recensioni

Lodovico Gierut

Marina di Pietrasanta (Lucca) - Settembre 1996

Due recenti presenze di Fernando Graziano in Toscana con esattezza a Borgo a Mozzano e a Sillico in Lucchesia, mi hanno dato l’opportunità di approfondire non solo la sua conoscenza iniziata alcuni anni fa proprio al Centro Internazionale di Cultura e Spiritualità Frá Benedetto a Sillico di Pieve Fosciana, ma anche l’analisi del suo dipingere, il quale giustamente non si discosta e va di pari passo con il suo stile di vita. Credo che per presentare un artista, non è che siano necessarie molte parole, giacché il contenuto di quel che fa va direttamente al cospetto del pubblico che nel contempo è il più severo critico e il meno partigiano. In sintesi, penso che sia il “tempo” il motivo guida della sua pittura: un discorrere pacato che non concede spazio al clamore, inserendosi nelle maglie creative di un gusto cromatico raffinato, ottimamente sorretto da una composizione grafica mirata all’essenziale (che mai cade nel tranello degli orpelli e dell’eccesso retorico. È interessante osservare la varietà delle tematiche affrontate con infinito amore e bravura tecnica: l’archetipo che insiste sulle tavole e sulle tele, è materialmente la stesura medesima del colore ad olio lavorato in maniera tale da sembrare affresco, il quale di sposta da specie di modulo di fondo, con due toni, due abbinamenti cioè, tipo l’azzurro e il rosa, il grigio e il celeste. Nel rettangolo magico, Graziano inserisce i suoi equilibri compositivi che prendendo corpo diventano figura, natura morta o paesaggio.Pure in un “vaso con pesci”, uno dei quadri di recente esecuzione apprezzatissimi da un pubblico scelto che ne segue le vicende artistiche nel padovano come in Toscana, ma anche nelle uscite internazionali, si ritrova la costante inclinazione del graffiato, vale adire dell’intervento a secco realizzato dopo che il colore si è decantato stesura dopo stesura. Un intervento compiuto con un gesto personalissimo che facendo riaffiorare chiarori e bagliori cromatici già inseriti, rende la misura della sua sensibilità, come un ulteriore prova di poesia che tratteggia lo scorrere di quel tempo da me definito in precedenza. Il suo viaggio nel tempo dell’oggi e di ieri, si colloca semplicemente concentrandosi nelle emozioni ragionate che sfociano attimo dopo attimo in una scolarità e chiarezza d’espressione da gustare silenziosamente, se possibile negli ambienti più atti alla riflessione ed alla spiritualità; la sua pittura non è un fatto di gioco o di infatuazione, ma di severo impegno creativo il quale può aprirci la finestra su scoperte nuove in un mondo di oggetti e di persone. “Non incontriamo contrasti violenti, brutalità di tocco” scrive Frá Benedetto, ed è anche in tali parole che troviamo la chiave tramite cui leggere a andare al fondo incanalandoci nella comprensione totale: delicatamente, quietamente ma con decisa maestria il pennello di Fernando Graziano si incunea facendosi piega e stesura ampia nel colore che diventa contemplazione di un mondo di cui l’Artista è parte attiva e indagatrice del visibile e del non visibile, sentimento di un tempo che si realizza proponendo un meditato colloquio fra la sua tela e coloro che le sono davanti.


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