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Recensioni

Dott.ssa Simona Zanon - Padova 2004

La svolta dell'artista in costruzione

Un passaggio enigmatico, affascinante e sorprendente quello di Graziano in quest’ultimo periodo. La carriera del maestro subisce inevitabilmente una svolta, un cambiamento di direzione rispetto al percorso collaudato dei suoi dipinti precedenti. Ma attenzione, per colpa di chi? Si ha come l’impressione che Graziano abbia voluto dare una scrollata di spalle ai suoi fruitori abituali, a volte così superficiali e disattenti. Ritornano subito in mente le magiche parole di Dino Buzzati in “ In quel preciso momento “: In qualche lontana città che non conosci e dove forse non ti accadrà di andare mai, c’è uno che ti aspetta…Tu stenti qui la vita, vai vestito di grigio, perdi già i capelli, i conti alla metà del mese sono penosi. Sei uno dei tanti. Di anno in anno ambizioni e speranze si rattrappiscono…Ma come escludere che sia ancora più vicino colui che ti vuol bene? “ E per l’inciso: abbiamo visto noi le figure delle precedenti tele di Graziano o le abbiamo solo guardate? E se anche le abbiamo viste, abbiamo ascoltato le loro dolci e sussurrate parole? In un’epoca di pay tv, di telefoni cellulari, di assordante e fatua pubblicità, quelle sagome senza fattezze, icone non-icone di un’antica semplicità, si stagliavano su irreali sfondi pastello con una ieratica compostezza che rimandava alle forme di Piero della Francesca. L’equilibrio formale e l’uso sapiente del colore in funzione prospettica non facevano che sottolineare la voluta mancanza del referente per antonomasia: il volto. L’assenza di significante dava quindi libero spazio al significato che ognuno di noi aveva il dovere oltre che il diritto di recepire. Quel significato intriso di valore morale era palesemente in vista ed altro non era se non il linguaggio dell’anima. L’anima, l’essenza più vera dell’individuo, colta nei suoi vari atteggiamenti, percepita in diversi contesti ma con un comun denominatore comportamentale ovvero l’importanza data alle piccole-grandi cose di ogni giorno, il fermarsi un attimo a riflettere sul rilievo del quotidiano con la sua stupefacente veridicità. Figure prive di volto ma non prive di sembiante, in definitiva. Ancora Buzzati “ …Mentre tu leggi queste righe egli forse è di là dalla porta, bada, nella stanza accanto; se ne sta quieto ad aspettarti, non parla, non tossisce, non si muove, non fa nulla per richiamare l’attenzione. A te scoprirlo. Ma tu, uomo, non ti alzi nemmeno, non apri la porta, non accendi la luce, non guardi. “ 2004 per l’appunto: l’anima platonica delle figure di Graziano scende sulla terra e si incarna con graffiante disincanto in una corporea rivolta contro le ingiustizie del mondo. Ecco dunque che acquista un volto ed esso ti scruta, penetra nei meandri del tuo essere e con imperiosa volontà sembra chiederti “ Mi vedi ora? “ E tu gli rispondi con un sorriso ed un irrefrenabile pensiero: “ Sei bellissimo “. Colori sanguinei fanno ora da sfondo a quest’umanità molto più che umana, una luce quasi caravaggesca emana dal plasticismo dei loro abiti, l’intensità del loro sguardo (giungendo ad una singolare e vigorosa forza espressiva) non ha nulla da invidiare a quella di un Kirchner. La carica comunicativa è altamente emotiva e Graziano traduce le precedenti valenze in una pittura di marcata ironica denuncia contro il lassismo contemporaneo. Ed io personalmente rispondo al bimbo di “ I cuccioli “: “ Si piccolo, ti ho visto ed è per questo che non spreco la vita “.


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